Minacciavano i concorrenti anche con le armi pur di aggiudicarsi i lavori di tinteggiatura degli stabili di Bresso. Tre albanesi: il padre G.R. del 1962 e i due figli A.R. del 1995 e V.R. del 1989, tutti residenti in cittĂ sono finiti in manette per estorsione in concorso. L’indagine della Polizia di Sesto san Giovanni ha smascherato questi titolari di una ditta nel settore della tinteggiatura con sede a Bresso, che con violenza e reiterate minacce anche con uso di armi, avevano costretto il titolare e i dipendenti di una ditta concorrente con sede a Sesto San Giovanni a rinunciare alle commesse lavorative presso stabili ubicati nel Comune di Bresso per acquisire il monopolio dei lavori di imbiancatura. L’attivitĂ investigativa
è iniziata lo scorso mese di giugno dopo che il capo cantiere della ditta concorrente
era stato minacciato da G.R. che gli aveva intimato in modo perentorio di ritirare i preventivi presentati per i lavori di imbiancatura e pulizie di uno stabile a Bresso ove to stesso G.R. risiede; qualora non avesse prontamente provveduto a quanto richiest o lo avrebbe fatto picchiare dai suoi figli: “devi annullare tutti i preventivi che hai fatto, sia quello di imbiancatura che quello delle pulizie…se non lo fai ti faccio picchiare dai miei figli”. A fronte del rifiuto del dipendente della ditta concorrente, il 4 giugno 2018 il figlio
A.R. aveva intimato alla persona offesa di chiedere scusa al proprio padre e a fronte del rifiuto di costui, lo aveva colpiva al volto con un bicchiere di vetro, procurandogli una profonda ferita alla guancia destra, per cui si rendevano necessari numerosi punti di sutura
causando uno sfregio permanente, motivo per cui l’Autorità Giudiziaria contesta ad A.R. anche il reato di lesioni. Subito dopo, mentre l’aggredito portava le mani al volto per tamponare la ferita, padre e figlio lo aggredivano fisicamente colpendolo ripetutamente con
calci e pugni, sino a quando non venivano fermati da alcuni avventori che intervenivano in soccorso della persona offesa. Dopo tre episodi tra giugno e luglio in cui la vittima è stata minacciata di morte dai tre albanesi che, a turno e in diverse circostanze, si sono portati il pollice al collo facendo il gesto di tagliargli la gola, i due fratelli V.R. e A.R. il 18 settembre lo hanno minacciato con una pistola mentre stava lavorando a Bresso assieme ad un collega che fu preso a schiaffi da costoro. La sera stessa, inoltre, i tre cittadini albanesi hanno atteso i due all’esterno della Stazione dei Carabinieri di Bresso, ove erano andati a sporgere denuncia, e, dopo averli indicati espressamente con il dito, li hanno seguiti per diversi metri.