«Un augurio di buon lavoro e buon governo, nella speranza che Di Stefano possa essere il sindaco di tutti i sestesi e quindi anche delle centinaia di cittadini di fede musulmana”. I musulmani della moschea di via Luini tendono un filo sottile nel tentativo di aprire un dialogo con il sindaco e la coalizione di centrodestra che hanno improntato parte della campagna elettorale proprio sul “no alla moschea”. Continuerà l’impegno nella nostra città, che da oltre 20 anni, ci vede protagonisti attivi all’interno della società civile». Un messaggio chiaro quello inviato al nuovo sindaco di sesto Roberto Di Tefano da parte del responsabile del Centro Islamico cittadino Abdullah Tchina Dahmane. Un messaggio che per ora il sindaco non ha commentato facendo invece sapere di avere intenzione di chiedere al Centro i bilanci per cercare di capire chi veramente finanzia il progetto della nuova Moschea. Un centro di coulto e culturale che è un po’ la spina nel fianco dell’amministrazione di centrodestra e che il sindaco ha sempre osteggiato, ma che – ad oggi – non si sa se possa essere davvero bloccato come vorrebbe il centrodestra. Ma il sindaco potrebbe davvero bloccare la costruzione di una delle moscheee più grandi d’Europa? Facciamo chiarezza. In verità la Regione Lombardia, che aveva approvato recentamente una legge regionale sui luoghi di culto, ha scritto al Comune di Sesto rilevando alcune illegittimità nella cosiddetta moschea provvisoria di via Luini. Essa, realizzata come tale, quindi solo per 90 giorni, resiste tutt’altro che provvisoriamente da anni. Riguardo al progetto della nuova Grande Moschea il sindaco potrebbe agire sì con un ritiro della concessione ad esempio, ma soltanto se e quando dovesse rileva re dei criteri di illegitttimità rispetto alla Legge Regionale o peggio ancora dei “vizi” nelle carte contabili. È per questo che per ora Di Stefano ha chiesto di esibire i conti della Moschea e anche in Comune andrà a verificare il carteggio, per poi eventualmente agire di consguenza.