Il piĂą grande centro commerciale d’Italia e forse d’Europa a Cinisello. Un porogetto approvato dalla Giunta Trezzi che non piace alle opposizioni e in particolare ai grillini che temono l’arrivo di 60.000 persone al giorno in piĂą a Cinisello Balsamo. I consiglieri pentastellati avrebbero trovato i dati che non sono stati diramati. Come riferimento si è preso il nuovo centro commerciale di Arese, piĂą piccolo di quello che verrĂ costruito a Cinisello, inaugurato nell’aprile 2016, e che dopo il primo anno di attivitĂ ha raggiunto i 13 milioni di visitatori, una media di 35000 persone al giorno. «A Cinisello Balsamo saranno molti di piĂą i visitatori, vuoi per le maggiori dimensioni del centro commerciale (165.000 mq contro 95.000 mq), vuoi per il maggior numero di negozi (270 contro 225), vuoi per il cinema con circa 20 sale, vuoi per il capolinea M1 (6000 passeggeri/ora nelle ore di punta), vuoi per i tre palazzi uffici che ospiteranno circa 1000 persone. Il M5S stima che saranno circa 20.000 i veicoli che ogni giorno cercheranno di entrare nella bolgia commerciale e del capolinea M1 a fronte di soli 7500 posti auto di cui solo 2500 a servizio della M1. Le altre 12.500 auto resteranno in coda collassando il nodo viabilistico piĂą trafficato d’Italia (A4, A52,SS36 e via Valtellina) e incrementando enormemente l’inquinamento atmosferico giĂ critico in questi giorni. Per le polveri sottili sono previsti non piĂą di 35 giorni di superamenti all’anno, a fine ottobre siamo giĂ a 52 giorni!!! La nostra salute peggiorerĂ e aumenteranno le morti premature come giĂ verificato da studi dell’UE». Ad Arese, sull’autostrada A8, giĂ oggi chiudono alcune uscite autostradali nel fine settimana per l’alto numero di veicoli in uscita le cui code possono bloccare la circolazione della Milano-Varese. Il centro commerciale di Arese nel primo anno di vita ha fatturato 600 milioni di €uro, quello di Cinisello Balsamo ne fatturerĂ di piĂą, essendo piĂą grande e con piĂą servizi. Soldi che non verranno piĂą spesi in cittĂ o nelle vicine Monza e Sesto San Giovanni, determinando una riduzione ulteriore del commercio di vicinato. «La Sinistra non piĂą delle fabbriche ora verrĂ ricordata per la cementificazione sproporzionata del territorio, per incentivare il consumismo sfrenato, per la “deportazione” sociale dai quartieri al nuovo centro cittĂ fresco d’estate e caldo d’inverno, per il degrado della qualitĂ della vita, della salute umana e dell’ambiente».